di Giulio Del Prete
La Corte di Giustizia dell’UE si è pronunciata sull’annosa questione dell’inquinamento prodotto dall’Ilva di Taranto, a seguito di rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale di Milano.
L’acciaieria, nonostante il sequestro preventivo disposto nel 2012 e gli innumerevoli accertamenti dei danni procurati all’ambiente e alla salute della popolazione locale, ha continuato la propria attività in forza di appositi provvedimenti del legislatore.
Provvedimenti che hanno posticipato in più occasioni il termine per l’adeguamento dell’attività all’autorizzazione concessa.
Da qui le questioni pregiudiziali, volte a ottenere chiarimenti sulla conformità della normativa italiana, come applicata nella fattispecie, alla direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali.
Quando e come deve essere compiuta la valutazione degli impatti sull’ambiente e sulla salute dell’attività e fino a quando è legittima la continuazione di un’attività nociva per la salute, le domande in sintesi poste alla Corte.
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