Ecodesign e divieto di distruzione dell’invenduto: l’UE getta il cuore oltre l’ostacolo

Descrizione


di Daniele Carissimi

Quello del tessile è allo stesso tempo uno dei settori con maggiore impatto ambientale nell’Unione europea e uno dei settori fondamentali tanto per l’economia italiana, qualificandosi come uno dei segmenti più importanti della manifattura made in Italy, oltre che uno di quelli più colpiti dalla pandemia da Covid-19 e dalla recente crisi energetica.

Fattori che rendono oggi più che mai necessaria e urgente la messa a terra di una strategia finalizzata a sostenere nuovi modelli commerciali capaci di rendere la filiera ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibile e che impongono un cambiamento di paradigma e un nuovo approccio che comincia dalla progettazione dei prodotti e prosegue lungo tutto il loro ciclo di vita.

A fronte di un’operazione che si configura tuttavia sin da subito estremamente complessa in ragione dei molteplici e differenti attori coinvolti, degli obiettivi più che sfidanti e del contesto economico attuale, ecco allora che l’introduzione da parte dell’Unione Europea di specifici requisiti di progettazione ecosostenibile dei prodotti rappresenta un significativo passo in avanti, soprattutto nel settore tessile e nel mondo del fashion.


 

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