di Daniele CarissimiL’esigenza di semplificare la normativa ambientale in materia di rifiuti è da tempo presente nel nostro Paese e testimoniata dalle frequenti richieste in tal senso da parte degli operatori del settore e delle loro associazioni di categoria nei confronti delle Istituzioni. Nel nostro ordinamento, tuttavia, sono già oggi previsti alcuni strumenti che, se utilizzati nel modo giusto e sfruttandone al massimo le potenzialità, potrebbero rappresentare una soluzione ad alcuni dei problemi avanzati, senza che sia necessario l’intervento del Legislatore. Uno di questi è lo strumento degli Accordi di programma, previsti dall’art. 206 TUA e deputati, tra l’altro, ad introdurre semplificazioni delle procedure in una serie di ambiti direttamente connessi alla gestione dei rifiuti, a patto di non violare la normativa europea e i principi cardine cristallizzati nella Parte IV del Codice ambientale. Quali sono dunque le potenzialità inespresse di questo strumento? E quali sono i limiti entro i quali può essere adoperato e le conseguenze – positive e negative – di una sua applicazione su larga scala?
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