di Chiara Fiore
Il 31 maggio e il 1 giugno sono usciti rispettivamente il Dm 59 del 2023 recante “Disciplina del sistema di tracciabilità dei rifiuti e del registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti ai sensi dell'articolo 188-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” e il Decreto legislativo 23 dicembre 2022 n. 213 recante “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, di attuazione della direttiva (UE) 2018/851, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852, che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio”.
Vengono, così, modificate le norme del Testo Unico Ambientale sul sistema di tracciabilità dei rifiuti, e introdotte le regole sul RENTRI nonché i nuovi modelli di registro di carico e scarico e di formulario di identificazione dei rifiuti.
Questo, in realtà, è solo l’inizio di una epocale riforma. Infatti, l’uscita del decreto sul RENTRI apre le porte all’emanazione dei cc.dd. decreti direttoriali che dovranno nel dettaglio stabilire le regole di compilazione dei nuovi registri e formulari, incidendo quindi sostanzialmente e definitivamente sull’operatività delle aziende le quali, in ogni caso, hanno un rilevante margine di tempo per adeguarsi.
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