Nota alla sentenza della Corte di Cassazione, sez. III, del 25 luglio 2023, n. 32110
di Greta Catini
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32110 del 25 luglio 2023, è tornata a pronunciarsi in materia di rappresentanza dell’ente in giudizio e di incompatibilità con il legale rappresentante indagato per il reato presupposto, ribadendo dei principi ormai consolidati in materia.
La Suprema Corte, infatti ha rammentato come l’ente, ai sensi dell’art. 39 del decreto 231, non possa partecipare al procedimento penale mediante il proprio legale rappresentante, qualora questo risulti indagato per il reato presupposto da cui dipende l’illecito amministrativo.
La sentenza, inoltre, richiamando una precedente pronuncia delle Sezioni Unite, si sofferma sulla necessità di prevedere nei Modelli 231 apposite misure cautelari volte a prevenire la situazione di conflitto di interessi fra l’ente ed il legale rappresentante indagato.
Il provvedimento in questione, pertanto, merita attenzione in quanto rappresenta una concreta applicazione dell’art. 39 del decreto 231, invitando gli enti ad implementare i propri Modelli Organizzativi.