di Daniele CarissimiOggi più che mai l’Italia e l’Europa si trovano a dover affrontare e gestire in poco tempo gli effetti collaterali di una transizione energetica tanto necessaria quanto complessa e costosa dal punto di vista sociale, economico e ambientale. L’Italia è infatti uno dei Paesi in Europa con la più alta dipendenza energetica dall’estero e il cui fabbisogno è soddisfatto per la maggior parte da fonti fossili, nonché uno degli Stati che fatica a raggiungere gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti e smaltimento in discarica funzionali alla transizione verso modelli di economia circolare fissati a livello unionale.
Di fronte a queste due importanti sfide viene dunque spontaneo chiedersi se vi siano strumenti in grado di contribuire al contempo agli uni e agli altri obiettivi, in una logica win win che accompagni l’evoluzione della società verso modelli di produzione e consumo sostenibili.
Nel presente contributo si analizzeranno le potenzialità e i limiti di strumenti come la termovalorizzazione e la tecnologia waste to chemical, nonché la loro compatibilità con la normativa europea e, in particolare con il principio del DNSH (Do no significant harm), il cui rispet- to è indispensabile per beneficiare delle risorse che l’Unione europea mette a disposizione per affrontare le importanti sfide che ci attendono.
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