Descrizione
La Corte di Giustizia Ue ha condannato l’Italia per il superamento dei limiti di biossido d’azoto in violazione della direttiva 2008/50/Ce sulla qualità dell’aria, dopo che come si ricorderà era già stata condannata nel 2020 per la violazione dei limiti previsti per il particolato (PM10).
Nello specifico, la sentenza del 12 maggio 2022, causa C-573/19, ha accertato il superamento sistematico e continuativo dal 2010 al 2018 dei valori limite relativi al biossido d’azoto (NO2) fissati dall’art. 13 e allegato XI della direttiva europea (recepita con il D.lgs. 155/2010).
L’Italia si è inoltre resa inadempiente dell’obbligo prescritto dall’art. 23 della direttiva non avendo adottato nei Piani di qualità dell’aria misure appropriate per rendere il periodo di superamento il più breve possibile.
Secondo i giudici europei è infondata la difesa italiana per cui la direttiva prevederebbe, a fronte del superamento dei limiti, l’obbligo di riduzione progressiva dei livelli di concentrazione di NO2 e di adozione del Piano per la qualità dell’aria: siffatta interpretazione rischierebbe di compromettere l’obiettivo di protezione della salute umana (art. 1, punto 1, direttiva) e contraddice il concetto di “valore limite”.
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