Descrizione
TAR Lombardia, Sez. I, sent. del 27 febbraio 2023, n. 501
Il TAR Lombardia, con la pronuncia n. 501/2023, esamina il contenuto della deliberazione n. 363/2021 di ARERA con particolare riguardo al coinvolgimento attivo delle Regioni al fine di identificare gli impianti di chiusura del ciclo “minimi” e l’incompatibilità della stessa con il quadro normativo di riferimento.
Non è possibile, infatti, ricondurre tale deliberazione alle funzioni che sono state attribuite all’Autorità dall’art. 1, comma 527 della legge n. 205 del 2017, sulla base di una serie di motivi espressamente considerati nella suddetta sentenza.
In particolare, la deliberazione di ARERA ha invaso non solo l’ambito di competenza del legislatore statale (così come delineato dall’art. 198 bis del D. Lgs. n. 152 del 2006) ma ha anche minato l’equilibrio socioeconomico delle aree del territorio nazionale attraverso l’attribuzione alle Regioni di poteri che dovrebbero essere definiti in sede nazionale (art. 195 del Codice dell’ambiente).
In tale modo è stata sovvertita quella logica tipica della programmazione multilivello degli atti in materia ambientale ove vengono fissati i macro-obiettivi, i criteri e le linee strategiche che le Regioni e le Province autonome devono attuare per l’elaborazione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti ex art. 199 del Codice dell’ambiente, secondo quanto definito dal Programma nazionale.
ARERA ha dunque posto in essere un’inversione dell’iter procedimentale di programmazione mediante l’esercizio di un potere che risulta non essere di sua competenza: a monte è necessaria l’adozione del Programma nazionale e la conseguente individuazione dei criteri di qualificazione degli impianti “minimi,” solo successivamente deve essere stabilita dall’Autorità la disciplina dell’ambito tariffario.
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