Il Ministero della Transizione Ecologica, in data 13 maggio 2021, torna ad esprimersi in materia di car fluff, ossia della parte che esita dalle operazioni di triturazione dei veicoli fuori uso, specificamente in ordine alla possibilità di conferire tale rifiuto in discarica.
Al riguardo, il Sottosegretario di Stato innanzitutto definisce lo stato di avanzamento nel perseguimento degli obiettivi imposti dal D. Lgs. 209/2003, che recepisce la direttiva 2000/53/CE, relativa ai veicoli fuori uso. Tale disposizione, invero, prevede il raggiungimento di una percentuale di reimpiego e riciclaggio pari almeno all’85% del peso medio del veicolo, nonché di una percentuale di reimpiego e recupero pari almeno al 95% del peso medio del veicolo. Ebbene, con riferimento all’anno 2018, non si sono raggiunte le percentuali fissate.
Il reimpiego e riciclaggio si è assestato all’82,6%, prossimo agli obiettivi del decreto, diversamente destano preoccupazioni le percentuali del reimpiego e recupero, ferme all’82,6% a fronte del 95%. Tra le ragioni di tale ritardo rileva lo stato della rete impiantistica, che non raggiunge adeguati livelli qualitativi di trattamento del recupero e del riciclaggio.
Allo stato attuale, quindi, le sole destinazioni del car fluff non possono che essere la discarica o il trasferimento fuori del territorio italiano per l’utilizzo come combustibile. Tuttavia, si sottolinea che per il car fluff vale, come per gli altri rifiuti, il rispetto della gerarchia dei rifiuti, dalla quale risulta che il conferimento in discarica rappresenta solo l’extrema ratio della gestione. Pertanto devono preferirsi operazioni di riciclaggio e di recupero dei materiali e di componenti e, qualora ciò non fosse possibile, il recupero energetico, al fine di migliorare anche le prestazioni dell’intera filiera.