L’ANAC, attraverso il documento del 2 febbraio 2023, ha formulato diverse osservazioni in ordine allo schema del nuovo Codice dei contratti pubblici, al fine di offrire un valido contributo alle Commissioni parlamentari chiamate ad esprimersi.
Tra i profili degni di nota, detta Autorità si esprime sul ripristino dell’elenco delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti nei confronti di proprie società in house, strumento ammesso ma la cui attuazione necessita di precise condizioni, costituendo una sottrazione del contratto al mercato.
In tal quadro, si propone di intervenire sull’articolo 23 dello schema del codice, al fine di riprendere quanto già previsto all’art. 192 D.Lgs. 50/2016, ossia l’istituzione presso l’Anac del suddetto elenco delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori.
Dalla medesima nota, poi, emerge la necessità di non depotenziare la disciplina del conflitto di interessi, nonché specifiche osservazioni relative alla criticità degli affidamenti diretti, o con procedura negoziata senza bando, dei contratti di importo inferiore alle soglie comunitarie.
In ordine a quest’ultimo profilo, l’ANAC ritiene che le nuove soglie previste (140.000 euro) debbano essere ridimensionate, in quanto idonee ad assorbire la maggior parte degli acquisiti dei piccoli comuni, mentre è stato osservata l’inefficienza di affidamenti diretti in difetto di un confronto concorrenziale.