Nel luglio del 2018 sono entrate in vigore le direttive del c.d. “pacchetto economia circolare” che hanno modificato le precedenti direttive sui rifiuti, a partire dalla principale (2008/98/CE) a quelle relative a imballaggi, discariche, veicoli fuori uso, pile e RAEE.
Le nuove norme europee hanno modificato il diritto ambientale coinvolgendone anche i principi generali.
La Direttiva 2018/851/UE, infatti, ha fortemente ritoccato le norme sul “principio di prevenzione dei rifiuti” che presenta un look del tutto diverso.
Di conseguenza, sono stati modificati tutti gli istituti giuridici connessi al principio di prevenzione.
Fra le modifiche più importanti si sottolineano:
- l’obbligo per gli stati membri di adottare misure volte ad evitare la produzione di rifiuti;
- l’adozione di programmi specifici di prevenzione dei rifiuti alimentari nell’ambito dei propri programmi di prevenzione dei rifiuti.
Perché sono importanti queste modifiche?
Perché l’Italia, con il D. Lgs. n. 116 del 2020, ha provveduto all’attuazione della suddetta direttiva 2018/851/UE (oltre che della direttiva 2018/852/UE) rivisitando radicalmente le norme della parte IV del Testo Unico Ambientale fra cui il principio di prevenzione.
A seguito della suddetta modifica normativa, infatti, l’art. 180 (prevenzione della produzione dei rifiuti) è stato profondamente modificato mediante la previsione delle seguenti novità:
- adozione del Programma Nazionale di prevenzione dei rifiuti mediante decreto interministeriale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con gli altri Ministeri interessati (in particolare il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali);
- attuazione di un unico Piano nazionale di prevenzione, senza obbligatoria pianificazione a livello regionale.
Per quanto riguarda i contenuti del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, invece, le stesse sono state tratte direttamente dalle norme della direttiva 2018/851/UE e fra quelle più significative si possono citare le misure che:
- promuovono e sostengono modelli di produzione e consumo sostenibili;
- incoraggiano il riutilizzo di prodotti e la creazione di sistemi che promuovono attività di riparazione e di riutilizzo, in particolare per le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i tessili e i mobili, nonché imballaggi e materiali e prodotti da costruzione;
- riducono la produzione di rifiuti nei processi inerenti alla produzione industriale, all'estrazione di minerali, all'industria manifatturiera, alla costruzione e alla demolizione, tenendo in considerazione le migliori tecniche disponibili;
- riducono la produzione di rifiuti alimentari nella produzione primaria, nella trasformazione e nella fabbricazione, nella vendita e in altre forme di distribuzione degli alimenti, nei ristoranti e nei servizi di ristorazione, nonché nei nuclei domestici.
È evidente, pertanto, la portata innovati del decreto attuativo delle direttive sulla “economia circolare” sulle norme del TUA che risultano fortemente modificate, a partire sin dai principi del diritto ambientale, come il principio di prevenzione dei rifiuti.