Il 26 febbraio 2022 è entrato in vigore il D.L n. 13 del 25 febbraio 2022, recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia edilizia, nonché sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili”.
In particolare, il nuovo decreto introduce delle importanti novità nel settore dell‘edilizia nonché, all’art. 2, delle misure sanzionatorie volte a contrastare le frodi in materia di erogazioni pubbliche.
Sotto tale ultimo aspetto, è possibile apprezzare delle modifiche al codice penale con particolare riguardo al Titolo II, afferente ai delitti contro la pubblica amministrazione.
In particolare, risulta novellato il delitto previsto e punito all’art. 316 bis c.p. rubricato, a seguito di intervento legislativo, “malversazioni di erogazioni pubbliche”.
La modifica del citato articolo è volta ad ampliare il raggio di operatività della fattispecie criminosa, andando a ricondurre nel novero del penalmente rilevante le condotte afferenti non solo le erogazioni pubbliche volte a favorire le iniziative dirette alla realizzazione di opere o allo svolgimento di attività di pubblico interesse ma altresì le condotte destinate alla realizzazione di attività di pubblico interesse. Parimenti, la novella legislativa incide anche sulla fattispecie prevista all’art. 316 ter c.p. in tema di indebita percezione di erogazioni pubbliche e in tema di truffa in danno dello Stato ex art. 640 bis c.p.
In particolare, con riguardo a tale ultima fattispecie criminosa, l’intervento legislativo amplia l’alveo dei beni su cui possono ricadere le condotte tipizzate ciò, attraverso una espansione della categoria di erogazioni pubbliche ricondotte nella locuzione “sovvenzioni”.
La riformulazione di tali fattispecie criminose costituisce il focus proprio della novella in quanto si si prefigge lo scopo di conferire rilevanza penale anche alle frodi che vengono poste in essere in riferimento a quelle sovvenzioni erogate dallo Stato per consentire una ripresa economica del Paese.
Tali novità legislative, indirettamente, incidono anche sul catalogo dei reati presupposti 231 giacché i reati in disamina e oggetto di intervento sono tutti ricompresi nell’art. 24 del D.lgs. 231 del 2001.