Dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore l’obbligo di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili. Con il D.lgs. 116/2020, l’Italia aveva infatti anticipato di tre anni l’entrata in vigore dell’obbligo in commento - fissato dalla direttiva (UE) 2018/851 al 1° gennaio 2025 - tramite l’aggiunta all’art. 205 T.U.A. del seguente comma 6-quater: «La raccolta differenziata e' effettuata almeno per la carta, i metalli, la plastica, il vetro, ove possibile per il legno, nonche' per i tessili entro il 1° gennaio 2022; per i rifiuti organici; per imballaggi, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, rifiuti di pile e accumulatori, rifiuti ingombranti ivi compresi materassi e mobili». Si segnala, tuttavia, che il ministero della Transizione ecologica non ha ancora definito regole e obiettivi chiari ed è ancora assente un sistema di responsabilità estesa del produttore che indicherebbe precisi obblighi sul ritiro e riciclo dei beni.
Ovviamente, per quanto riguarda i rifiuti tessili urbani, il recepimento del decreto europeo implica che i Comuni che non hanno un sistema di raccolta del tessile saranno obbligati ad avviarlo. Al riguardo, il Pnrr prevede di finanziare la creazione di nuovi textile hubs, immaginati come dei distretti di riciclo del tessile.