Il programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi presentato dall’Italia non risulta conforme a determinati requisiti richiesti dalla direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio.
È quanto emerge dal pacchetto infrazioni di maggio della Commissione europea del 19 maggio 2022, con le quali si mira a garantire la corretta applicazione del diritto dell’Unione a beneficio dei cittadini e delle imprese.
In merito ai rifiuti radioattivi, la Commissione ha inviato un parere motivato all’Italia, individuata tra gli stati che hanno presentato un programma nazionale non conforme a quanto disposto nella suddetta direttiva, che stabilisce un quadro che impone la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, al fine di assicurare un elevato livello di sicurezza ed evitare di imporre oneri indebiti a carico delle generazioni future.
Posto che i rifiuti radioattivi non devono essere considerati esclusivamente quelli che derivano dalla produzione di energia elettrica in centrali nucleari, dovendo comprendervi anche quelli generati da altri scopi (es. ricerca industriale o settore medico), l’Italia ha a disposizione due mesi per rimediare alle carenze individuate, potendo la Commissione, in assenza di una risposta soddisfacente, deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.