La verifica dell’anomalia dell’offerta: i limiti del sindacato giurisdizionale e il rapporto con il controllo sui costi della manodopera nella giurisprudenza più recente

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di Valentina Felisatti

Nel mondo degli appalti non è raro che un’offerta presentata da un operatore economico sia sospettosamente bassa in relazione alla qualità del servizio richiesto dalla stazione appaltante.

Proprio per evitare che si verifichino situazioni patologiche, il legislatore ha previsto un rimedio, disciplinato all’art. 97 d.lgs. 50/2016, attraverso il quale permette (anzi, talvolta impone) alle stazioni appaltanti di verificare la congruità delle offerte in presenza di specifici indici di anomalia.

Ma cosa succede se le pubbliche amministrazioni non procedono ad una tale verifica? È sindacabile la mancata verifica della congruità dell’offerta? Ancora, in caso di apertura del sub-procedimento di verifica, vi sono margini per sindacare l’esito a cui perviene la stazione appaltante?

Il presente contributo si prefigge l’obiettivo di rispondere a questi interrogativi, alla luce della più recente giurisprudenza sul punto, cercando peraltro di tratteggiare i confini tra la verifica dell’anomalia dell’offerta e il controllo sui costi della manodopera.


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