Le due facce dell’interdittiva 231

231 ANTICORRUZIONE


di Lucia Giulivi

Il sistema sanzionatorio 231 è composto di sfaccettature simili a quelle previste nel codice penale.

Tuttavia la peculiarità dei soggetti destinatari delle misure sanzionatorie fa sì che queste assumano dei tratti peculiari e distintivi della materia in commento.

Ed infatti se è vero che le sanzioni non sono pensate in base ad una logica afflittiva bensì riabilitativa della persona fisica che ha posto in essere la condotta criminosa, per l’ente è necessario che la sanzione dispieghi i suoi effetti disincentivando la reiterazione del fatto e promuovendo attività di assunzione delle proprie responsabilità.

In questa ottica di miglioramento dell’organizzazione interna all’ente e di risarcimento integrale del danno si inseriscono strumenti di mitigazione del rischio e di sensibilizzazione degli apicali in favore di una coscienza d’impresa sempre più centrale nella direzione di un’azienda.

Centralità dimostrata dalla pervasività delle sanzioni interdittive, applicabili anche quali misure cautelari e dal numero sempre crescente di reati presupposto che amplia la platea dei reati da cui origina la responsabilità 231.


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