di Letizia Zavatti
Ridurre il consumo delle risorse naturali, diminuire la produzione di rifiuti e contenere sempre di più l’impatto negativo delle nostre abitudini sull’ambiente che ci circonda: queste sono ormai alcune tra le sfide più importanti del nostro tempo.
Benché tuttavia non manchino - sia sul piano internazionale che europeo - nobili dichiarazioni di principio e ambiziosi programmi di sviluppo sostenibile finalizzati ad una transizione verso un’economia sempre più circolare, il traguardo sembra essere ancora lontano e le politiche attuate nel nostro Paese appaiono ancora timide e poco incisive.
In Italia, uno degli strumenti normativi più importanti per raggiungere tali risultati consiste nel Green Public Procurement (GPP) – i c.d. Appalti Pubblici Verdi.
Tale strumento consente alle Pubbliche Amministrazioni di inserire nelle procedure di gara di c.d. Criteri Ambientali Minimi (CAM), ossia i requisiti ambientali ed ecologici individuati dal Ministero dell’Ambiente per guidare le Stazioni appaltanti nella scelta di soluzioni progettuali, servizi e forniture sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
Il presente contributo si occupa di analizzare il DM n. 63 del 10 marzo 2020, con il quale sono stati introdotti i nuovi CAM relativi al servizio di gestione del verde pubblico e fornitura prodotti per la cura del verde.
LEGGI DI PIU'