Il riordino del sistema trasparenza. Accesso civico e accesso documentale: le differenze. Problematiche in materia ambientale

FOCUS

di Sabrina Tosti

 

Sulla scia dei concetti introdotti dal d.lgs. n. 150 del 2009 in materia di trasparenza e in attuazione della delega recata dall’art. 1, commi 35 e 36 della l. 28 novembre 2012, n. 190, in tema di “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, è stato adottato il d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, come modificato dal D.L.vo n. 97/2016 che ha esteso i confini della trasparenza intesa oggi come “accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di:
1. tutelare i diritti dei cittadini,
2. promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa,
3. favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.”
Una riforma dunque che lega l’accesso al diritto di cittadinanza e non più a un interesse soggettivo connesso a una situazione giuridica differenziata


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