di Stefano Cresta e Anteo Massone
Il decreto interministeriale 2 marzo 20181, emanato a ridosso delle recenti elezioni politiche, disciplina le forme di incentivazione di produzione del biometano, normalmente riveniente dalla produzione del biogas generato dalla fermentazione anaerobica di svariate biomasse, al fine di consentire allo Stato italiano di rispettare gli obiettivi comunitari di produzione di biometano e di incentivarne l’uso negli autotrasporti.
La digestione anaerobica di rifiuti animali e organici per la produzione di biogas che, previa purificazione, diviene biometano, offre (grazie all’elevato potenziale di riduzione nelle emissioni di gas ad effetto serra) notevoli vantaggi sia nella produzione di calore e di elettricità, sia nell’utilizzo come biocarburanti.
Il Governo italiano, mediante l’approvazione del citato decreto, prevede svariate forme di incentivazione della produzione del biometano, nonché del suo successivo utilizzo, attraverso il riconoscimento di certificati di immissione in consumo ovvero di una tariffa incentivante.
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