La gestione degli oli vegetali esausti tra ostacoli e nuove opportunità

FOCUS


di Letizia Zavatti



Gli oli vegetali esausti sono classificati come rifiuti non pericolosi e non possono essere dispersi nell’ambiente da parte di nessun produttore, sia esso industriale o domestico, poiché può provocare notevoli danni ambientali qualora non venga gestito in conformità a quanto previsto dalla normativa di settore. Per l’olio di uso domestico esiste una normativa che prevede la sua raccolta e smaltimento, tuttavia gli obblighi di corretta gestione di tale rifiuto sono oggi limitati alle sole utenze commerciali. Purtuttavia, le possibilità di recupero degli oli alimentari esausti sono numerose e, oltre al settore dell’edilizia e della saponeria, riguardano gli ambiti del recupero energetico e della produzione di biocombustibili. Le operazioni di recupero sono tuttavia sottoposte, in Italia, ad una disciplina complessa che, a seconda delle ipotesi, assume rilievo ai fini della qualificazione della sostanza come sottoprodotto ovvero ai fini dell’applicazione della disciplina dell’End of Waste. La Corte di Giustizia Europea è stata chiamata a fornire un’interpretazione pregiudiziale, proprio su richiesta italiana, riguardante la cessazione della qualifica di rifiuto dell’olio alimentare esausto, ai sensi dell’art. 6 della Direttiva 2008/98/CE.


LEGGI DI PIU'