Privacy: tra libera circolazione dei dati e presidi di controllo

231 ANTICORRUZIONE


di Lucia Giulivi


La smaterializzazione dei dati ha comportato un notevole cambio di prospettiva rispetto all’apprezzamento di ciò che è ricchezza e ciò che non lo è. Si pensi infatti che tra i soggetti più ricchi del pianeta vi sono coloro i quali gestiscono servizi totalmente gratuiti. Questi soggetti, creando piattaforme atte a facilitare le comunicazioni tra le persone hanno trovato la ricchezza nella conservazione dei dati che gli utilizzatori dei c.d. social  divulgavano. Dalla mera conservazione, all’analisi dei dati conservati, il passo è stato davvero breve. Così tali soggetti hanno creato, in breve tempo e senza alcuno sforzo, un archivio di informazioni su migliaia di utenti i quali sono ad oggi destinatari di pubblicità profilate sui loro interessi ovvero iscritti a loro insaputa a newsletter non richieste. Ma è sempre lecito questo veicolare di informazioni? Sul punto è intervenuta la disciplina europea sempre più diretta a capire le reali esigenze dei “proprietari”  dei dati e sempre meno avvezza a creare documenti che restano mera cartastraccia.


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