di Giulia Ursino
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è tornato a pronunciarsi su uno dei temi “caldi” di questa stagione, ossia sulle condizioni della riconducibilità degli sfalci e delle potature all’interno dell’esclusione prevista dall’art. 185 del D.Lgs. 152/2006. Con una affermazione apodittica, infatti, dovuta anche alle recenti prese di posizione degli organismi comunitari, è stata paventata la necessità (o quanto meno l’opportunità) di una ennesima riforma legislativa, suscettibile tuttavia di riportare indietro la normativa italiana al tempo precedente agli approdi innovativi raggiunti con la L. 154/2016 e determinando, di fatto, un eterno ritorno del tempo. Occorrerà, a tal proposito, aspettare la c.d. “legge europea 2018”, al fine di comprendere se tale spinta riformatrice arriverà a cancellare completamente gli importanti traguardi raggiunti con la L. 154/2016, oppure se sarà capace di crearne un “compromesso” tutto italiano.
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