Al via la stretta sugli sfalci e le potature, risospinti senza posa nel passato

AGGIORNAMENTI


di Giulia Ursino

L’intricata vicenda degli sfalci e delle potature si arricchisce di un capitolo ulteriore. Ed invero l’AGCM, nell’esercizio del suo potere di segnalazione, ha sollecitato una riforma dell’attuale art. 185, comma 1, lett. f) del TUA, nella parte in cui esclude – a determinate condizioni - i residui vegetali provenienti (anche) dall’attività di manutenzione del verde dalla disciplina sui rifiuti. Ciò sull’assunto di una possibile – quanto improbabile - distorsione della concorrenza. Ebbene, tale intervento – cui è seguito il disegno di Legge Europea 2018, che ha sostanzialmente recepito i suddetti auspici – sembra non considerare il fatto che la gestione dei due tipi di residui verdi (quali rifiuti ovvero quali beni) si pone su due piani distinti, sebbene paralleli, i quali non possono essere minimamente equiparati. Rimane, pertanto, il dubbio di fondo che la scelta di auspicare un revival della precedente formulazione della norma, risulti la soluzione ambientalmente più corretta.


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