Pile e accumulatori: la Direttiva 2018/849/UE, sarà vera riforma?

AGGIORNAMENTI


di Giulia Ursino

La direttiva 2018/849/UE si pone all’interno di quel quartetto di direttive  emanate dalle Istituzioni dell’Unione Europea, al fine di garantire i c.d. principi dell’economia circolare. Nello specifico la stessa – cui gli Stati membri hanno l’obbligo di adeguarsi entro e non oltre il 5 luglio 2020 - ha il pregio di semplificare notevolmente gli oneri di comunicazione  gravanti sugli Stati Membri, ritenendo quelli precedentemente imposti obsoleti e per questo poco efficaci. Purtuttavia, a fronte dell’apprezzabile sforzo riformatore sopra esposto, lo stesso appare di fatto parziale  e poco innovativo  in quanto non intacca i penetranti oneri di autorizzazione, iscrizione, comunicazione, classificazione, etichettatura ed imballaggio  gravanti sui soggetti privati. Si auspica, pertanto, una modifica in tal senso della direttiva, in sede di riesame della stessa, atta a introdurre una semplificazione dei penetranti obblighi gestori gravanti sugli operatori privati, anche in considerazione delle nuove tecnologie esistenti, volte a ridurre al minimo se non ad eliminare del tutto, la presenza di sostanze pericolose  per l’ambiente all’interno delle pile/accumulatori.


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