Sfalci e potature: ipotesi ragionate alla luce dei recenti interventi comunitari

AGGIORNAMENTI


di Giulia Ursino

La normativa italiana, che vede la possibilità di escludere gli sfalci e le potature – al ricorrere di ben determinate condizioni (sussumibili in due parole: provenienza  e destinazione) – dalla stringente normativa prevista per la gestione dei rifiuti, sembrerebbe subire una (apparente) battuta di arresto a seguito del suo (potenziale) conflitto con l’ordinamento sovranazionale comunitario. Ed invero, la ricomprensione degli sfalci e delle potature  nella c.d. “direttiva rifiuti”  (quali rifiuti organici), parrebbe vanificare quelle istanze sostanzialistiche, di cui si è fatto portavoce il nostro Legislatore, che prediligono soluzioni volte a dare priorità a ciò che costituisce la migliore opzione ambientale. Tale latente conflittualità, si palesa tuttavia incoerente, nonché più apparente che reale. Si dimostrerà, infatti, che la stessa non solo confligge con una interpretazione sistematica  della direttiva, ma potrà bensì essere agevolmente superata attraverso il ricorso al principio generale di gerarchia delle fonti.


LEGGI DI PIU'