La condanna dell’Italia per inadempimento alle prescrizioni della Direttiva 91/271/CEE, in materia di trattamento delle acque reflue urbane

GESTIONE


di Luca Perri

La procedura di infrazione intrapresa dalla Commissione europea per la mancata attuazione della urban waste-water treatment Directive (91/271/CEE) è finalmente giunta ad un esito definitivo. Nonostante la scadenza dei termini più generosi per l’adempimento solo nel 2005, e l’invio nel 2009 di una prima lettera di intimazione ed un parere motivato, la Direttiva in materia di trattamento delle acque reflue urbane non ha mai avuto piena attuazione nel nostro Paese. Ad oggi, ancora 74 agglomerati urbani risultano sprovvisti di quanto imposto dalla normativa eurounitaria, in termini di reti fognarie di cui all’art. 3 e di impianti di trattamento delle acque di cui agli artt. da 4 a 7. Il controricorso italiano ha potuto opporre ben pochi argomenti ad un inadempimento grave e perdurante da ormai 23 anni (unica nota positiva, probabilmente, la “circostanza attenuante”  rinvenuta negli investimenti fatti e nel ricorso all’art. 120, co. 2 Cost.).


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