L’obbligo di motivazione della delibera comunale di determinazione della tariffa rifiuti: opposte tendenze

FOCUS


di Giovanna Galassi

L’amministrazione comunale ha il potere di differenziare le tariffe, deliberando l’adozione di aliquote differenziate per fasce di utenza e categorie, in ragione della maggiore capacità produttiva e quindi contributiva. Si enuclea una discrezionalità dell’ente impositore e si impone la questione di delimitare tale potere, sottoponendolo all’obbligo di motivazione analitica delle scelte operate, dando conto delle ragioni dei rapporti stabiliti tra le tariffe, dei dati ed delle circostanze che hanno comportato l’aumento per la copertura minima obbligatoria del costo. Oppure si stempera il rigore quando si applica il metodo normalizzato, ritenendo implicitamente motivate le tariffe “per relationem” in virtù di un mero rinvio ai criteri tecnici indicati dalla normativa All’opposto, si potrebbe dilatare il potere dell’amministrazione fino al limite di una discrezionalità politico-amministrativa insindacabile in sede giurisdizionale, tanto che la motivazione dovuta potrebbe risolversi nella dichiarata “opportunità” di aumentare il tributo per conseguire il raggiungimento dell’obiettivo. Tutto si è detto.


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