di Giulia Todini
L’attuazione del nuovo Regolamento privacy è l’occasione per tornare sul delicato tema del trattamento dei lavoratori in relazione alle questioni in materia di privacy che ineriscono il contratto di lavoro ed in particolare alla legittimità o meno dei sistemi di localizzazione tramite GPS degli stessi. La questione, invero, trova il suo fondamento nel fatto che i dati rilevati con GPS, in quanto direttamente o indirettamente associati ai lavoratori costituiscono anche informazioni personali riferibili a quest’ultimi. Nello scontro tra le diverse esigenze, da un lato il controllo – cui sarebbe sottoposto il lavoratore – e dall’altro la tutela della vita privata dello stesso – che rischia di essere lesa, il confine entro il quale la rilevazione della localizzazione tramite GPS in ambito lavorativo sia lecita o meno resta, dunque, di difficile identificazione. In questa confusione, quindi, cercheremo di fare chiarezza alla luce della nuova normativa europea in materia di privacy, riguardo a quanto fin ora espresso dal Garante della privacy, dall’Istituto Nazionale del Lavoro e dalla giurisprudenza sul punto.
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